Concorsi Letterari: 10 Errori da evitare - Parte IIIEcco altri quattro errori da evitare a ogni costo se volete vincere i Concorsi Letterari o le Selezioni EditorialiNella seconda parte del nostro articolo abbiamo scoperto un po’ di cosucce che, se il vostro obiettivo è perdere i Concorsi Letterari e le Selezioni Editoriali, dovete assolutamente fare. Se invece siete così banali da voler vincere, be’, evitarle è opportuno. Abbiamo visto come sia consigliabilissimo parlare come si mangia, chiedersi a cosa serva il tasto “Enter”, e perché non è astuto non rispettare i limiti di cartelle. Oggi, ci dedicheremo a tre ulteriori consigli, più uno in omaggio, che vi consentiranno di possedere in tutto dieci dico dieci risorse in più. Consiglio 7 - Non essere politically correct farà anche figo, ma è rischiosoChi vi scrive adora le cose “politicamente scorrette” e la satira spietata. Ma i gusti c’entrano poco quando si tratta di portarsi a casa quell’assegno da 1.000 euro.Voi state partecipando a un concorso e il vostro obiettivo è vincerlo; ricordatevelo. E ricordatevi che non potete sapere chi vi valuta, a meno che i nomi dei giurati non siano pubblici. Di conseguenza, non potete sapere il suo orientamento politico, religioso, la sua gamma di valori, la sua provenienza geografica, et cetera. Quindi, rischiate davvero grosso con frecciatine e battute su un certo credo, su una certa razza, e così via. A voi magari sembra scontato fare dell’ironia sul leader politico di turno, ma chi vi dice che invece il giurato di turno non sia un suo fervente sostenitore? Chi vi dice che non sia un religioso? O un ex-drogato (o anche non ex)? Magari suo figlio è disabile… E chi vi dice qual è la squadra di calcio che tifa? Che ne sapete se non odia chi “dice le parolacce” o se veniva bullato alle medie? Come potete sapere se suo bisnonno non è stato arso vivo dal Ku Klux Klan? Badate: non sto dicendo che dovete essere 100% PC; ma siatelo solo se davvero serve per la vostra storia, mai gratuitamente, e sempre con intelligenza. Naturalmente, si parla di un concorso a premi. Se il caso è quello di una vera e propria Selezione Editoriale, le cose cambiano. Perché è ovvio che, se mirate a pubblicare, vorrete pubblicare qualcosa che non si debba “piegare”, che sia sincero, e che anzi se offende o mette in imbarazzo qualcuno può anche essere una cosa positiva o anche proprio il vostro obiettivo. In questo caso sarebbe invece sciocco assecondare la Casa Editrice per riuscire a pubblicare: non dovete pubblicare a ogni costo. Non è obbligatorio per legge pubblicare un libro ogni cittadino. Chiaro che però bisogna chiedersi sempre se la tale battuta o il tale termine non possono magari essere levati senza arrecare danno alla storia, perché sono del tutto superflui e non fanno parte del vostro scopo; quello sì è assolutamente opportuno anche nel caso di Selezione. Spesso si è infatti “scorretti” in maniera del tutto involontaria, e questo è necessario evitarlo. Controllate quindi sempre, in fase di revisione, se non avete usato termini offensivi o denigratori, e, in quel caso, trovate sinonimi “corretti”: per voi non cambia proprio nulla, ma per chi legge può cambiare moltissimo. Certo, se poi conoscete i giurati, e sapete che sono di un certo orientamento, allora potete rischiare un po’ di più. Ma non cadete nell’errore principiantesco di dare per scontato che a un certo giurato sicuramente farà piacere la tale battuta “scorretta”, solo perché sapete due cose su di lui. Consiglio 8 - Gli arabeschi di fontSpesso ci si ritrova tra le mani dattiloscritti dove l’autore cerca di mostrare la sua abilità pittorica sul foglio, dando fondo al vasto set di caratteri che gli editor di testo possiedono. Ora. Non è carino.In primo luogo, cercate di scegliere un font di base che sia chiaro e leggibile. In alcuni bandi viene addirittura richiesto un particolare font. E in quel caso, be’, siete arrivati al Consiglio 8 e quindi ormai dovreste capirlo da soli. Altrimenti, optate per caratteri come Verdana, Garamond, Bookman, Book Antiqua, Arial, Times, Gill, Century, Calisto, Helvetica, Hoefler, e simili, sempre in una dimensione leggibile (a seconda del carattere scelto, tra 10 e 14 punti). In secondo luogo, non mettetevi a giocare con i font come fanno i bambini. Ne basta uno, a meno che per precise esigenze non dobbiate differenziare una parte del testo: per esempio perché è una pagina scritta a macchina che riportate, un fax, una pagina Web, una lettera. Insomma, se c’è una ragione ben precisa potete scegliere un carattere diverso per simulare la citazione, ma che sia comunque un carattere leggibile. E soprattutto: non esagerate. È capitato di vedersi recapitare in Redazione, più di una volta, testi in cui ogni in ogni pagina apparivano tre o quattro font diversi: follia! Consiglio 9 - Andate a sperimentare da un’altra parteMarinetti probabilmente non avrebbe vinto molti Concorsi Letterari o Selezioni Editoriali. Questo non implica che la sua opera non sia stata significativa. Ma qui non stiamo dandovi consigli per scrivere opere significative, spero che sia chiaro che sono consigli che hanno uno scopo ben preciso.Quindi: a punteggiatura sperimentale, sintassi anomala, licenze poetiche, gestione semi-teatrale della pagina, soluzioni di impaginazione non-standard e così via dedicatevi quando non si tratta di vincere un concorso. Perché i giurati, nella maggior parte dei casi, queste cose proprio non le sopportano. E, visto che si tratta di sperimentalismo, è anche giusto che sia così: che sperimentalismo sarebbe se non rompesse gli schemi? E quando si rompono gli schemi, lo sapete, non è che si può pensare di piacere a tutti. Quindi vi capiterà il giurato che riconosce il vostro straordinario genio dirompente, certo, ma ve ne capiterà uno su dieci. Gli altri, il cestino. E, a questo proposito: è buona cosa sperimentare, ma ricordatevi che prima bisogna conoscere bene le regole, altrimenti non potrete mai sperare di andare oltre a esse. Non starete sperimentando, ma semplicemente sparando a caso. E i giurati non sono scemi. Consiglio 10 - I puntini di sospensione sono BruttiChiudiamo questo excursus con un consiglio semplice e fondamentale.Contate le occorrenze di “puntini-puntini” nel vostro testo. Fatto? Ecco, sono troppi. Sono troppi a prescindere. Provate a toglierli e vedrete che è meglio. Potete lasciarli senz’altro nei dialoghi (con criterio) perché lì hanno il loro senso. Potete lasciarli in alcune sporadiche occasioni anche nel testo. Ma nel 99% dei casi sono a sproposito. La loro funzione è quella di indicare una frase lasciata in sospeso. Questo dovrebbero fare e, nel caso si abbia una frase lasciata in sospeso, possono essere utilizzati. Ora andate a verificare sul vostro scritto se effettivamente sono stati usati nel caso di frasi lasciate in sospeso e basta. Se è così, bravi, quel concorso probabilmente vi riserverà una bella sorpresa. Altrimenti, chiedetevi perché li avete messi dove ci andava una virgola, un punto, due punti, punto e virgola. Perché? I puntini di sospensione sono uno dei segnali della lingua scritta impoverita, uno dei più forti: viene infatti utilizzato come segno “tuttofare” in modo da semplificare il set di segni di interpunzione. Usiamo sempre quello, e via così. Evitiamolo. Nota particolare: in assoluto una delle costruzioni più brutte e incredibilmente diffusa tra i dilettanti è l’uso dei puntini a metà frase, seguiti dall’altra metà e punto esclamativo (e del punto esclamativo potremmo parlare a lungo). Esempio: “Ero davvero… emozionato!”, o “Avevo una fame… da orso!”. Dovrebbe simulare un “non mi viene la parola, poi quando mi viene la esclamo tutto contento”. Se non vi viene la parola, fate a meno di mettervi a scrivere. State scrivendo, non state parlando: è una cosa… diversa! Voi inserite anche solo una di queste costruzioni, e potete tranquillamente dire addio al premio. I dieci consigli si chiudono qui, ma ovviamente ce ne sarebbero una tonnellata di altri: questa è solo una selezione, che tuttavia crediamo significativa, e indicativa per dedurne facilmente tanti altri. Voi non dimenticate di tornare spesso su Concorsi-Letterari.it, abbonatevi agli RSS, e oltre ai bandi troverete tanti altri articoli di suggerimenti. Se quanto letto ti è piaciuto puoi cliccare oltre per ulteriori articoli ricchi di consigli per vincere concorsi letterari. Concorsi Letterari: 10 Errori da evitare - Parte III Consiglio pubblicato il 24/02/2009 Da: Redazione Concorsi-Letterari.it Fonte: Concorsi-Letterari.it Consigli più recenti: Tre libri per traghettarci dall’inverno all’estate 2023 Come usare i puntini di sospensione Bisogna inserire il finale nella sinossi? Concorsi Letterari: la Cartella Premi Letterari: riciclare è lecito? Concorsi Letterari: perchè partecipare? 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